Cercherò di stare lontano, per quanto possibile, dalla definizione di Sostenibilità, non sarà facile. E’ una parola oggi decisamente troppo abusata, assieme a tutti i vari corollari come “eco, green ecc…”. Partiamo dai fatti.
Da un certo periodo in poi, alcune frange illuminate di homo sapiens sapiens, hanno cominciato a pensare che, forse il modo di usare le risorse che ha l’uomo, non sia proprio il top per il pianeta.
Il club di Roma, e la sostenibilità
L’esempio più interessante non risale a tanto tempo fa. Nel 1968, uno sparuto gruppo di persone molto “intelligenti”, fra cui alcuni premi Nobel hanno commissionato al famoso istituto nordamericano MIT, un documento che ha avuto la luce nel 1972. Il documento si intitolava “Rapporto sui limiti dello sviluppo”. Il documento, una piacevole lettura di oltre 200 pagine, analizza, grazie all’apporto di vari esperti in vari settori, vari scenari di problematiche relative allo sviluppo del genere umano. Il tutto è partito da, come si può leggere nel testo, “un uomo di visione”, Aurelio Peccei, manager FIAT.
La “bellezza” di questo club, che via via si è poi sviluppato e ingrandito, ed oggi ha sede in svizzera, è che nessuna di queste persone deteneva incarichi ufficiali, ne cercava di perseguire interessi nazionali, ideologici, o politici.
E’ commovente anche leggere le nazionalità del gruppo di lavoro del MIT. In questo gruppo si denotavano persone provenienti dalla Turchia, e dagli Stati uniti, dalla Norvegia e dall’IRAN. Un bell’esempio di Melting Pot culturale che tanto ci vorrebbe anche al giorno d’oggi.
E’ rincuorante, in un periodo difficile per questo paese e per le persone che lo abitano, che un visionario manager italiano si sia preso la briga di iniziare questo club di Roma, tutt’ora attivo. Questa penisola sforna da millenni talenti impareggiabili, non mi sembra il caso di terminare proprio in questo periodo …

Il cuore del problema
Il problema è che il mondo è una sistema chiuso e limitato. Considerato come vedremo in questo articolo di prossima pubblicazione che l’energia non si può creare dal nulla. E considerato che la degradazione degli elementi già presenti in natura (l’inquinamento) persisterà nel sistema. Ci sono limiti fisici evidenti alla nostra proliferazione su questa terra.
La razza umana, da un certo punto in poi della sua storia, si è evoluta senza antagonisti. Grazie all’avvento della tecnologia i predatori non sono stati più un problema, si è potuto colonizzare luoghi più freddi e più caldi. Se un luogo fosse stato troppo arido, nessun problema si poteva deviare il corso di un fiume. Complice anche un certo pensiero creazionista, il genere umano ha spesso pensato che tutto quello che era disponibile sulla terra fosse a proprio uso e consumo.
Ancora oggi ho conosciuto persone che credono che la frutta sia stata creata da Dio affinché l’uomo la possa mangiare …
Ok che secondo alcuni siamo solo noi gli unici esseri creati ad immagine e somiglianza di Dio. Fosse anche vero, è oltremodo necessario che ci diamo una decisa ridimensionata.
Siamo comunque una specie animale che vive in un ecosistema, tante specie si sono già estinte prima del nostro avvento, e noi non possiamo pensare di essere una eccezione. Fra l’altro, per come ci stiamo comportando, non denotiamo neanche quella così particolare “intelligenza” di cui tanto ci vantiamo.
Ci meritiamo l’estinzione?
Anche se ho scoperto che il cibo non è l’unica cosa che nutre, è sicuramente una condizione necessaria per sopravvivere. La disponibilità di cibo, e per forza di cose di acqua potabile, vanno a braccetto con la quantità di persone che banchettano sul tavolo del mondo.
Ok, ok, molti preferiscono banchettare con bevande a base di alcol, fermentate o distillate. Sicuramente più sicure dal punto di vista batteriologico e per la potabilità, però non credo che vino, birra o grappa, possano essere presi in considerazione come soluzione alla carenza di acqua potabile.
Andiamo avanti, considerato che da tempo non ho più incontrato nessuno che, per nutrirsi, caccia delle prede o raccoglie specie vegetali selvatiche, anche agricoltura ed allevamento fanno parte del pacchetto.
L’uomo come dicevo, ha colonizzato anche ambienti meno ospitali della fascia tropicale, questo implica che anche solo per sopravvivere ha necessità di energia. Aggiungiamo quindi, l’energia a questo pacchetto, che come si può vedere, si ingrandisce sempre più. Da pacchetto sta diventando pacco…
L’uomo, si sa, è una specie difficilmente accontentabile, e non utilizza l’energia solo per sopravvivere, ma anche per cose più frivole come spostarsi, creare valute virtuali, guardare il grande fratello, stirare ecc …
Energia e cibo possiamo vederle insieme anche come risorse.
Trasformare l’energia oltre a diluirla, vedremo in un prossimo articolo il ruolo dell’entropia nel processo, genera quello che conosciamo come inquinamento.
Riassumendo: cibo e acqua; popolazione; agricoltura e allevamento; energia; inquinamento; risorse. Questo è il pacchetto, o pacco con cui dobbiamo avere a che fare.
Queste sono le problematiche che sempre di più ci avvicinano all’estinzione.
E’ evidente che il nostro modo, anche presi singolarmente, di comportarci, non è più sostenibile.
E pur essendo, a questo punto, di vitale importanza questo nostro singolo modo, non possiamo assolutamente tralasciare i risvolti politici, sociali, economico-finanziari
Altre cose di cui parlerò
Nelle prossime puntate, prendendo come spunto la sostenibilità, tratterò il tema di cosa sia questa “energia” di cui tanto si parla, e di seguito quale possa essere il concetto di entropia. Come argomento più tecnico, tratterò la disponibilità di elementi chimici.
Legato a quest’ultimo argomento, per esempio, vedremo quanto sia deprecabile gonfiare i palloncini dei compleanni con elio.
Un ulteriore tema collegato alla sostenibilità sarà l’antropocene. E’ singolare che come specie siamo riusciti, senza necessità di glaciazioni, meteoriti o altro a creare una nostra epoca geologica!
Rimanete a tiro …