E siccome è difficile ho pensato di mettere, come immagine in evidenza, la bellezza evidente della natura. Così per sdrammatizzare: Un culo e la sua spirale aurea associata …
La spiegazione del nome
Come primo articolo, comunque, voglio spiegare brevemente e più seriamente il titolo, il nome del sito. Come questa cosa della natura (la sezione aurea, non il culo) mi abbia affascinato fra le altre. Anche se ripensandoci, e proseguendo i discorsi, potrebbero esserci delle interconnessioni non banali (fra la Bellezza con la “B” maiuscola e la bellezza di un culo).
La spirale esponenziale, di Fibonacci, aurea ecc. si trova rappresentata in un mare di occasioni in natura.
La stessa sezione aurea, è usata anche dall’uomo (a volte addirittura inconsapevolmente, a volte meno) come metro per valutare la bellezza.
Perché se la conchiglia di mollusco, un logo di una azienda, il culo di una persona, esprimono dei tratti in rapporto aureo tra loro ci appaiono più belli?
Perché questi rapporti, questi numeri, li troviamo anche in un uragano o nelle galassie a spirale?

La risposta semplice ed immediata “tutto è così bello perché lo ha creato Dio” mi sta molto stretta.
Bello e Buono
Anche se di fatto la bibbia comincia proprio con Dio che si accorge di avere fatto qualcosa di bello: “Dio vide che era cosa buona”, con la parola “buona” derivata dal vocabolo aramaico Tov (o tôb) che, come il kalòs greco, è intraducibile nelle lingue moderne. In quanto esprime una pienezza di senso, una compiutezza che suppone armonia, utilità, bellezza, positività in ordine alla complessità entro cui il singolo elemento è inserito.
Quale è quindi, escludendo la improbabile matrice sovrannaturale, la radice della bellezza, perché ne siamo così attratti? E perché la natura ne è così ricca?
Una risposta, forse ancora più comoda del chiamare in causa una entità superiore, potrebbe risiedere nel principio antropico. Che però nella sua semplicità potrebbe rappresentare il rasoio di Occam in questa occasione. Infatti se da un lato si può ipotizzare una Bellezza generata da una divinità, la quale a sua volta è eterna, o generata da sé o per motivi sconosciuti; Dall’altro, si può ipotizzare, con un grado di complicazione minore, una Bellezza eterna, o generata da sé o per motivi sconosciuti.
In natura
Analizzando, per esempio, la curva descritta dalla “semplice” spirale di Fibonacci, la sua costruzione molto spesso deriva da necessità fisiche, che nulla centrano con la necessità di bellezza:
- Il falco che plana sulla preda inquadra la stessa mantenendo sempre lo stesso angolo di visione (dato dalla posizione dei suoi occhi sul cranio) e la stessa velocità, percorrendo quindi una spirale logaritmica praticamente perfetta;
- La spirale creata dalla conchiglia del Nautilus è costruita in quel modo per fare spazio al mollusco che cresce non linearmente (ma esponenzialmente, come la maggior parte delle creature) con il tempo;
- Le galassie girano su se stesse seguendo le leggi frutto delle osservazioni e delle alzate di ingegno di Newton, Keplero e Einstein.
Probabilmente, e questa è una mia considerazione, il nostro cervello si è abituato, in secoli di evoluzione, a vedere come “naturali” e non forzate queste figure geometriche.
Alla ricerca di evidenze scientifiche
Sono state fatte anche delle ricerche scientifiche vere e proprie, per esempio nel 1876 lo psicologo Gustav Fechner ha fornito evidenze che i rettangoli che venivano definiti “più belli” fossero proprio quelli con i lati legati da un rapporto aureo.
In una recente ricerca dell’università di Tsinghua a Pechino si è provato, questa volta infruttuosamente, a verificare tramite una meta-analisi di dati di immagini RMI del cervello, se esistesse un centro specifico nello stesso che rilevasse la bellezza. Non si è riuscito a dimostrare che esista un “centro della bellezza” fisico e riconoscibile, ma questo non significa, e direi che l’altro esperimento lo conferma, che il cervello ne sia capace.
Complicando la faccenda con il riconoscimento della bellezza in un viso sembra invece, secondo uno studio dell’Università della Sapienza pubblicato su Nature, che soggettivamente esistano delle preferenze, degli ideali. Questi ideali vanno a soppesare l’armonia complessiva, rispetto alla perfezione geometrica della singola forma.
Il come ed il perché della bellezza rimangono ancora da scoprire, anche se le neuroscienze stanno facendo passi da gigante in questa direzione.
E, considerato come la bellezza, l’estetica, condizioni questo mondo, sono convinto che queste ricerche saranno sempre più frequenti e ben finanziate.